Info: pasta alla Gricia
Questa preparazione, molto
semplice e veloce, può essere considerata come la base da cui è stata
creata la più famosa pasta all’ amatriciana (semplicemente aggiungendo il
pomodoro).
A dire il vero sono molte
le teorie sulla nascita della pasta alla Griscia (o Gricia). Molte di
esse la mettono in relazione alla più famosa pasta all’ Amatriciana (o
matriciana), altre la considerano come se essa stessa fosse la vera
pasta all’amatriciana, essendo quella in cui è presente il pomodoro
solo una versione modificata in seguito da Amatriciani emigrati a Roma.
Secondo altri l’origine
del termine risalirebbe alla Roma del ‘400 dove “Gricio” era
l'appellativo con cui venivano indicati i panettieri, quasi tutti
provenienti dalle regioni tedesche del Reno e dal Canton de' Grigioni.
Ma “griscium” veniva utilizzato anche con particolare riferimento allo
“spolverino” o “sacchetto” grigio che costituiva una sorta di divisa per
gli appartenenti alla corporazione dei panettieri (i maestri dell'arte
bianca), con la quale usavano difendersi dalla farina. L'appellativo
Gricio, oltre al senso positivo del riferimento regionale, rapidamente
assunse anche un altro significato dispregiativo, equivalente a burino,
per indicare un uomo malvestito e di modi grossolani: i panettieri erano
infatti soliti vestire in maniera alquanto trascurata sotto lo
spolverino, in prticolar modo durante il periodo estivo. Nel tempo i
loro calzoni alla caviglia sono diventati celebri come “er carzone a la
gricia”, equivalente al napoletano pantalone alla “zompafuossi”.
La grande abilità
professionale, tramandata unicamente all’interno delle cerchie
familiari, consentì ai Grici di detenere la supremazia nell’arte bianca
a Roma.
Nell'ottocento
l’appellativo “Gricio” viene usato, oltre che per gli immigrati delle
regioni tedesche e svizzere, anche per i nativi della Lombardia
settentrionale (Sondrio, ecc.), noti a Roma come montanari rozzi,
lavoratori, molto frugali e grandi risparmiatori. I Grici intrattengono
con la popolazione un rapporto di odio e amore al contempo, dovuti alla
loro attitudine a mettersi in proprio ed esercitare il mestiere di
orzaroli. L'orzarolo vende al minuto pane, farine, legumi, derrate
alimentari d'ogni genere, ma anche stoviglie economiche da cucina, è'
costretto a far credito, poco e oculato, ma segna tutto su pezzi di
carta, attaccati ar chiodo (di qui il detto: “Er Gricio, si nun fosse
rafacano sarebbe puro bbono!”). D'altra parte anche il Gricio deve
essere attaccato al chiodo, perchè la bottega è aperta dall'alba alla
notte, in attesa che i clienti racimolino i soldi per mangiare; anche
per questo i Grici arrivano a Roma in cordate familiari o paesane. Per
provvedere alle proprie necessità la bottega del Gricio è fornita di un
fornello a carbone, dove cucina il suo piatto, la pasta alla gricia, che
rapidamente diventa un piatto popolare.
Tratto dal sito “Associazione
amici di grisciano”
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